educazione al dialogo

– intervista di Federica Mandato a Marina Fracasso del LED

Di che si tratta? Forse il termine Educazione al Dialogo spiega parzialmente il significato che i promotori del progetto intendono comunicare. In un breve colloquio con Marina Fracasso, psicologa del LED, abbiamo cercato di riassumere qualche nota importante sull’argomento.

«La psicologia umanistica di Rogers, – dice Marina – alla quale si rifanno questi cicli di incontri, sostiene che la persona è pienamente funzionante se accetta i suoi sentimenti. Si parte quindi da una consapevolezza di sè, per arrivare ad un rapporto più sereno con gli altri.»

Dieci incontri, evidentemente, non sono che l’inizio. Il percorso di autoconoscenza e di relazione consapevole con gli altri dura probabilmente tutta una vita, senza mai esaurirsi definitivamente. Ma in questa proposta vi è l’intuizione che si possa arrivare ad un’autentica riconciliazione interiore.

«Nel nostro quotidiano e fin dalla nascita siamo sommersi da condizionamenti. Ci capita così di indossare delle maschere, di nascondere ciò che siamo veramente per essere all’altezza delle situazioni in cui ci troviamo e per conformarci a ciò che il quotidiano ci invita ad essere. Abbiamo perciò il bisogno di riscoprirci e di accettarci per ciò che siamo» prosegue Marina.

Pare un concetto trito e ritrito, che sentiamo esposto in ogni telefilm sentimentale e nei dibattiti televisivi: scoprire ciò che siamo veramente. In questi discorsi abusati manca però la verità e un serio approfondimento.

Arrivare ad una libertà interiore, tale da farci calare le maschere indossate, è un percorso non facile. «Per sviluppare questa capacità di consapevolezza personale adotteremo, durante il corso esercizi pratici oltre a parti teoriche. – dice ancora Marina – Cercheremo inoltre di adattare gli incontri alle esigenze del gruppo. Si realizzeranno dei momenti di confronto a due, scambi di ruolo e di vissuto, per poi arrivare ad una rielaborazione guidata dei sentimenti. Sarà presente un facilitatore che avrà il compito di armonizzare il gruppo e di preservare le persone più vulnerabili e in difficoltà. Infatti, questa è un’esperienza rivolta a tutti quelli che hanno una spinta interiore a conoscersi meglio e a tentare un approccio migliore col mondo esterno

Un’occasione, quindi, per sciogliere quei nodi interiori che impediscono un sereno dialogo e un contatto proficuo col nostro interiore. Dare nome ai sentimenti per relazionarci meglio con noi stessi e giungere agli altri non legati da mille paure.