L’Approccio Centrato sulla Persona di Carl Rogers (in sigla A.C.P.) si colloca nella più vasta corrente di pensiero della psicologia umanistica e fa riferimento ad una concezione positiva dell’uomo, considerato come unità psico-fisica che ha in sé le possibilità per un processo di crescita personale e sociale.

Esso propone pertanto un metodo che valorizza la dignità della persona e lo sviluppo del suo potenziale latente, promuove la crescita e la maturazione dei singoli e dei gruppi attraverso la bonifica profonda dei rapporti interpersonali e la valorizzazione dei vissuti interiori.

Per Rogers il comportamento dell’uomo “si orienta, con una complessità sottile e ordinata, verso le mete che l’organismo gli pone”: il bisogno di conoscere, esprimersi, autorealizzarsi. Tale forza essenzialmente positiva viene definita da Rogers “tendenza attualizzante”. Compito dell’approccio è quello di consentire a questa forza di operare, eliminando gli ostacoli che si frappongono al pieno sviluppo della persona. Poiché l’individuo ha in sé le risorse per stare bene, dovrà essere egli stesso al centro del processo di cambiamento; per questo l’approccio viene definito come “centrato sulla persona”.

In questa cornice, la relazione di aiuto mira a far sperimentare alla persona un clima facilitante che gli permetta di essere autenticamente se stessa. L’approccio rogersiano dà quindi molta importanza alla qualità della relazione e a ciò che avviene nella relazione. Rogers definisce, in particolare, tre condizioni che consentono la riuscita di tale clima: la congruenza, la considerazione positiva incondizionata, l’empatia.

La congruenza è la capacità di ascolto dell’altro e di se stessi; è comprensione di ciò che l’altro è in grado di ascoltare; è saper scegliere il momento giusto di comunicare qualcosa e prestare attenzione al modo in cui lo si dice; è essere persona reale e trasparente, autentica, capace di esperire la realtà interna ed esterna senza distorcerla.

La considerazione positiva incondizionata nella relazione di aiuto permette alla persona di ripristinare quelle condizioni di autostima e sicurezza in cui vengono trovate le parole per parlare di sé e in cui si senta libera di riconoscere ed elaborare le proprie esperienze e i propri sentimenti, senza sentirsi costretta a negare o deformare le proprie opinioni e atteggiamenti per mantenere l’affetto e la stima delle persone significative. Attraverso la considerazione positiva incondizionata la persona, sentendosi accolta per come è, senza valutazioni e pregiudizi, è stimolata ad intraprendere un cambiamento.

L’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’altro, è comprendere i suoi vissuti, i suoi punti di vista, senza identificarsi con l’altro. La comprensione empatica consiste nella percezione corretta dello schema di riferimento interno altrui, cioè dell’insieme di esperienze, sensazioni, percezioni, significati che sono connessi all’evento emotivo. In questo contesto nella relazione di aiuto si creano le condizioni per una migliore percezione di sé e per la correzione delle idee falsate di sé, permettendo alla persona di costruirne di più congrue all’espressione dei propri bisogni, favorendo la capacità di coping e restituendogli il senso di efficacia nella soluzione dei problemi. Una corretta risposta empatica rafforza l’autostima e la capacità di simbolizzare, cioè attribuire significato all’esperienza, renderla cosciente ed inserirla all’interno di un sistema organizzato di significati.

Articoli e approfondimenti sull’ACP