LA MEDIAZIONE: un fenomeno sociale – dalla scimmia all’uomo

conferenza a cura del dott. Thierry Bonfanti

PRESENTAZIONE

Le pratiche mediative facilitano lo sviluppo e la conservazione delle relazioni e talvolta fanno la differenza nella risoluzione dei conflitti.

Leggendo gli studi di Franz de Waal è possibile comprendere la natura intima della mediazione, partendo dallo studio comparato del comportamento animale (etologia) per  arrivare alla comprensione dello sviluppo (socioantropologico) delle dinamiche sociali umane .

Qual è l’essenza della mediazione? Come funziona questa forma di interazione sociale? Partendo dalle preziose osservazioni fatte dal famoso etologo sugli scimpanzé, cercheremo di cogliere quello che si nasconde dietro questo fenomeno al quale diamo, a volte abusivamente, il nome di “mediazione”. 

Inoltre, esistono pratiche mediative in tanti ambiti ed è legittimo chiedersi se dietro questa molteplicità di attività esista un’unità della mediazione.

Risponderò inoltre a tutte le domande e una buona parte di questo incontro sarà dedicato al dialogo.

La partecipazione è gratuita ed aperta a tutti

per poterci organizzare al meglio vi preghiamo di segnalarci la vostra partecipazione

Thierry Bonfanti

Psicologo, psicoterapeuta, mediatore e formatore con indirizzo “non direttivo interveniente”. Supervisore di diversi centri di mediazione (Modena, Bolzano, Trento). Insegna la mediazione in diverse università italiane e straniere (Trento, Verona, Strasburgo, Toronto) e all’ISPI di Milano. Pratica la mediazione in ambito penale, aziendale, interculturale e familiare.

Approfondisci

La Mediazione

un’introduzione a cura del dott. Thierry Bonfanti

Formazione alla Mediazione

percorso annuale

La Mediazione

ven 21 settembre 18.00-20.00

Il Corso di Formazione alla Mediazione proposto dal L.E.D. a Villa S. Ignazio è un corso decisamente unico nel suo genere. L’approccio proposto dal conduttore, lo psicologo e psicoterapeuta Thierry Bonfanti, riconosciuto internazionalmente quale esperto di Mediazione in praticamente tutti i campi ai quali essa potrebbe essere applicata (familiare, legale, aziendale, scolastico…) porta i discenti direttamente alla sorgente del confllitto: l’essere umano. Thierry Bonfanti non si limita a proporre mere tecniche “antincendio” o di “pronto soccorso” come fanno la maggior parte degli approcci alla mediazione. Sullo sfondo della Non Direttività Interveniente, Thierry invita ciascun partecipante a riflettere e a scoprire, ognuno nel rispetto dei propri tempi e dei propri approcci mentali, quali sono le cause reali che reggono la conflittualità tipica delle relazioni umane. Tutto ciò risulta alla fine assolutamente trasformativo per chi segue il corso e per coloro che godranno dell’intervento di un mediatore formato in questo paradigma.

Mi iscrissi al primo percorso (2014) consigliata da un’amica con la quale ci eravamo formate alla mediazione civile e commerciale: sarebbe stato uno strumento speciale di perfezionamento delle nostre competenze mediative per la sua applicabilità ed interazione con la vita quotidiana prima che professionale, in quanto la mediazione  è un  fenomeno psicosociale; potenziali mediatori sono non solo le persone ma anche i primati (Franz De Waal).
La metodologia adottata dal docente (prof. Thierry Bonfanti), diversa dagli strumenti di insegnamento tradizionali, sia dal punto di vista strutturale (es.   partecipanti in circolo, accomodati informalmente…) che educativo (metodo non direttivita’ interveniente N.D.I secondo i desideri degli iscritti), è stata, a dir poco, entusiasmante.
Imparare ad ascoltare, leggere e specchiare i propri sentimenti negli occhi  dell’altro in cui incontri la sua anima, entrare in empatia restando te stesso senza confonderti con l’altrui entità negli esercizi applicativi, come nei giochi di ruolo sono stati, questi, non solo obiettivi previsti dalla formazione, ma  effettivi momenti di crescita, anche psicologica. Personalmente, il percorso mi è stato di grande aiuto anche per elaborare un grave lutto familiare di quel periodo.
Perché mi sono iscritta al secondo percorso (2016)? Ho sempre sostenuto che per me si trattava di leggere una seconda volta lo stesso libro; nel frattempo io sono cambiata; nuovi sono i partecipanti; nuove le situazioni; nuova creatività; nuova crescita. Mediamo nella vita e per tutta la vita. A distanza di quattro anni sono consapevole di non essere più la stessa persona: ritengo di aver guadagnato in autostima, riscoprendo me stessa di fronte all’altro e non contro l’altro, avendo appreso che “il conflitto è uno scontro tra due punti di vista entrambi veri, tra due angoli di visuale che illuminano la stessa verità”, come asseriva anche Gandhi: una consapevolezza che implica la responsabilità di proseguire verso nuovi e più elevati obiettivi di crescita!
Mi sono iscritta al Corso sulla formazione alla mediazione credendo di imparare nozioni e concetti come in qualsiasi altro corso.
In realtà, più passava il tempo e andavo agli incontri, mi sono accorta che più che un Corso stavo seguendo un Per-corso.
Un Percorso che tutti, anche coloro che non intendono utilizzare la mediazione nel proprio lavoro, dovrebbero seguire: con gioia e talvolta con sofferenza, se ci si lascia trasportare dal flusso positivo del gruppo, condotto magistralmente da Thierry, si scoprono punti nascosti dell’anima che, oltre a farti capire un po’ di più chi sei, ti danno la giusta chiave per capire chi hai di fronte.
Solo attraverso questi passaggi e grazie alle preziose nozioni applicate in concreto nei vari incontri e giochi di ruolo, alla fine ci si sente con un valore aggiunto, di cui ora non potrei personalmente farne a meno.