Perchè abbiamo bisogno di avere ragione?
una narrazione dal Caffè Dibattito del 19 settembre
Martedì 19 settembre 2023 al Bar Naut della Cooperativa Sociale Samuele, presso la sede della Fondazione S. Ignazio, si è tenuto un Caffè Dibattito organizzato dal LED e condotto dal professor Thierry Bonfanti.
Il Caffè Dibattito è un momento di incontro e conversazione tra persone che non si conoscono, che porta a condividere e confrontarsi su di un argomento scelto insieme. Il momento è strutturato in diversi fasi, all’inizio si condivide con un compagno un argomento di cui si vorrebbe parlare durante la serata, quindi si espongono i temi a tutti e si vota l’argomento da dibattere.
Una volta scelto l’argomento, chi vuole, a turno, condivide il proprio pensiero. Il professor Thierry guida l’attività e prende nota degli argomenti proposti, annota le votazioni e i turni di intervento mediando le condivisioni e valorizzando ogni intervento.
Gli argomenti proposti martedì sera sono stati diversi tra i quali:
- il perdono;
- il concetto di casa, cos’è per noi la casa e dove ci sentiamo a casa;
- come affrontare il dolore fisico e la paura ad esso collegato;
- come si vive il tempo presente? che percezione ne abbiamo? è cambiato qualcosa post covid?;
- la disabilità;
- perché le relazioni amorose ultimamente durano poco tempo e ci si lascia con facilità.
Alla fine della votazione il tema che ha suscitato più interesse è stato “Perché abbiamo bisogno di avere ragione ?”.
Iniziato il confronto, che è durato un paio d’ore, tutti più o meno abbiamo portato i nostri contributi e la varietà di condivisioni è stata arricchente e interessante: ci si è chiesto che cosa vuol dire avere ragione?, che cosa comporta l’avere ragione ?, a che chi serve e a cosa ci serve avere ragione ?.
Molti sono i temi e le sfaccettature che sono emerse durante la discussione.
Per esempio come avere ragione possa essere correlato al bisogno di riconoscimento da parte dell’altro e si leghi quindi anche alla nostra autostima e alla visione che abbiamo di noi stessi come capaci di portare un contributo significativo o di essere di aiuto o da guida a chi abbiamo vicino. Ma si è parlato anche delle dinamiche di potere e prevaricazione, del desiderio di controllo e di manipolazione. E del reiterare gli automatismi acquisiti nell’esperienza infantile della propria famiglia di origine e della difficoltà a distaccarsene anche li dove abbiamo passato tanti anni della nostra vita a condannare quelle modalità relazionali con cui siamo stati a lungo in conflitto o che ci hanno fatto soffrire.
Ci si è interrogati molto su come possa essere diversamente percepito lo stesso contributo se è stato o meno richiesto dal nostro interlocutore e a seconda del tipo di relazione che intercorre tra le parti, soprattutto sul piano affettivo.
C’è chi ha espresso anche l’utilità e l’inutilità, in alcune situazioni, di avere ragione.
Personalmente è stato un momento che mi ha consentito di aprire i miei orizzonti in un contesto rispettoso della diversità di visione e rilassato e mi ha permesso di prendere visione in un diverso modo di approcciarsi al confronto.
I sorprendenti interventi di due ragazze sedicenni, che hanno dimostrato grande profondità di pensiero e di osservazione delle dinamiche sociali che le circondano, hanno piacevolmente stupito e rincuorato “gli adulti”, che hanno potuto rinnovare la fiducia nelle giovani generazioni.
Chi ha proposto il tema a fine serata ha ringraziato tutti i presenti restituendo tutto il valore dei contributi raccolti e ha ammesso che la condivisione lo ha aiutato a scoprire altre inedite prospettive.
Al di là dell’argomento proposto è stato piacevole sperimentare che è possibile parlarsi con attenzione reciproca e godersi il piacere di sentire idee diverse e io, da questa esperienza, ne sono uscita anche piena di speranza.
Le parole conclusive di Thierry, che manifestano fiducia nelle rivoluzioni che partono dalle minoranze, vanno a riconoscere il valore dell’impegno, anche di poche persone, verso un umanità che ha tanto bisogno di confrontarsi in maniera civile e rispettosa della diversità dei punti di vista.
Alla prossima!!!!
Mariangela Antolini