Quello che non ho imparato dall’Approccio Centrato sulla Persona

un introduzione alla Lectio Magistralis di Sabato 25 maggio 2024 ore 16.00-17.30

Il Biennio di Educazione a Dialogo nasce a Trento da una felice intuizione di padre Livio.
Padre Livio frequenta la scuola dell’Approccio Centrato sulla Persona di Carl Rogers, diretta dal prof. Alberto Zucconi, che darà un aiuto fattivo e determinante per la buona riuscita dell’iniziativa. Tutte/i le/i docenti del corso sono diplomati presso la stessa scuola (IACP) che continua ad essere un punto di riferimento e un partner privilergiato per il L.E.D.”

What I am is good enough, if I only could be it openly“ – Carl R. Rogers

32 anni di docenza ai Bienni di Educazione  al Dialogo, 30 anni di direzione.

Guardando da qui, (quel qui dove la vita che ti precede è ormai immensamente più lunga di quella che segue) provo gioia e commozione. Davvero. Senza retorica. Gioia e commozione perché il Biennio è prima di tutto un dono. Un dono che padre Livio pensò di “dare al mondo” qualche anno prima di quando, a sua volta “me lo donò”. Considero un dono anche chi ha condiviso questo percorso con me, le/i partecipanti, il direttivo, le persone che hanno lavorato e lavorano nell’organizzazione e in particolare chi ha “spartito l’onere” della formazione. Vorrei menzionare, fra tutte/i,  Marina Fracasso “compagna di viaggio” da più di tre lustri di questa avventura  e che nononstante ciò  continua a sopportarmi.

Credo profondamente sia un dono per le persone che lo hanno vissuto e che continuano a viverlo. Mi è sempre piaciuto pensare al nostro percorso come “un processo alchemico” (cosa che ha sempre fatto un po’ sorridere Livio).

Perché essenzialmente, porta “trasformazione”. E non “una delle tante” trasformazioni più o meno ben confezionate: No. Ti porta un pochino di più a somigliarti. E tutto questo è davvero prezioso.

Qualche tempo fa la nostra presidente mi chiedeva di notare che, a dispetto di tutto quanto è accaduto in questo tempo, il Biennio “è rimasto uguale” eppure continua “ ad attrarre”, anche senza avere tutti quegli strumenti di promozione nella  “comunicazione di massa” che caratterizzano altre organizzazioni. Essenzialmente, continua ad essere conosciuto e scelto per “passaparola”. Oltretutto non è “abilitante” (nello spirito di Rogers e, di Livio e anche mio). È aperto a chiunque abbia voglia  di darsi la possibilità di iniziare “un viaggio verso se stessa/o e gli altri”.

Ebbene, io credo che sia proprio tutto questo, questa “felice inattualità” a renderlo così attuale. Non è “un prodotto di mercato”. Non richiede “un brand”, ma solo la paziente disciplina dell’ascolto (verso se stessi e gli altri). Non ha “effetti speciali”. Potremmo dire che “non è in vendita”. Non propone “novità”: perché la novità sei tu che lo frequenti, che lo abiti, che lo condividi. Questa sì è l’unica novità. Irripetibile. E credo che tutto questo sia “il suo segreto”.

Nella mia relazione del 25 maggio parlerò di “Tutto quello che non ho imparato dall’Approccio Centrato sulla Persona”. Tanto ha a che fare con quanto accennato.

Ricordo un bel libro letto in gioventù di un autore americano Robert Fulghum: “Tutto quello che mi serve sapere l’ho imparato all’asilo”. Ecco, mi piace pensare che in tutti questi anni il Biennio ci ha insegnato a ricordare proprio quelle cose là. Quegli apprendimenti che mi piace definire “essenziali”: quelli, per capirci, che “ci fanno umani”.

Prima di concludere volevo  aggiungere un ultimo pensiero. Che nel tempo è diventato sempre più forte. Un invito profondo, che fa parte intima, silenziosa ma presente di ogni percorso autentico: coltiviamo la nostalgia dell’Infinito. Comunque lo concepiamo. Basta con tutte le proposte insipide e improbabili che la società dei consumi, iperconnessa e atrocemente intrisa di solitudine ci propone. Non sono spaventato dell’intelligenza artificiale. Ma dalla stupiditá naturale che ci abita ogni volta che rinunciamo a essere il nostro intimo, irripetibile progetto di vita.

Ecco, Il biennio fa ampiamente, parte di questa sfida. Che continua e continuerá fintanto che ci saranno persone intenzionate a camminare insieme per una vita che abbia più significato e meno ingombranti egoismi.

Diventate indefinibili. Chi ama non ha confini” – Padre Livio

Dott. Pierpaolo Patrizi

Direttore del Biennio di Educazione al Dialogo