A cura del dr. Lino Guidolin, psicologo-psicoterapeuta

“L’uomo è più facile e proclive a temere che a sperare”.

Giacomo Leopardi  

Provare paura è inevitabile, ci spaventa un intervento chirurgico, l’idea di fallire una prova, scegliere la persona o la carriera sbagliata, essere giudicati. Dalla paura non si sfugge, fa parte del processo di crescita; ma la paura sproporzionata inchioda allo status quo, impedisce la crescita personale, la maturazione.

Paura e salute

La paura aiuta a custodire la salute attraverso l’assunzione di condotte idonee per prevenire le malattie, contrastare i vizi/dipendenze (alcol, fumo, droghe, gioco d’azzardo, ecc.), e promuove comportamenti salutari a livello alimentare, sociale ed etico.

La paura “legittima” rende prudenti e responsabili nell’affrontare le prove quotidiane; mentre quella “irragionevole” o “parassita” assorbe le energie mentali, ruba energia all’azione, compromette il benessere lavorativo e relazionale.

L’eccesso di paura disorienta la mente e si riversa sul corpo. Tra le frequenti manifestazioni organiche della paura si segnalano: sguardo esterrefatto, sudorazione, tremore alle gambe, palpitazioni, brividi, nausea, affanno respiratorio, sensazione di soffocamento, tachicardia.

Alcuni sperimentano attacchi di panico e temono di perdere il controllo: “Avrò un infarto”; “Adesso svengo”, o “Sto morendo”. Altri sono succubi di fissazioni o manifestano preoccupanti disturbi di natura ossessivo-compulsiva.

Modalità utili per prevenire questi episodi di ansia o panico sono la pratica di tecniche di rilassamento, la respirazione profonda, lo yoga, la tecnica della mindfulness, la meditazione e/o la preghiera; e inoltre: camminate, passeggiate, attività sportive, giardinaggio, ecc.

Benefici e percorsi positivi

Anche un “accompagnamento terapeutico” può aiutare a tollerare e gestire l’ansia, a ridimensionare le interpretazioni catastrofiche, a prendere maggior controllo della situazione attraverso esercizi guidati e una valutazione più obiettiva dei fatti/eventi/cose.

I benefici della paura sono molteplici e la pandemia in corso lo ha dimostrato. Qualche riflessione in merito.

  • La prima considerazione è che la paura porta a riflettere sulla precarietà della salute e della vita, sulla provvisorietà delle certezze e dei beni acquisiti, sull’inevitabilità della morte propria o delle persone care. “Fare introspezione” aiuta a discernere ciò che è importante ed essenziale da ciò che è effimero, marginale, o comunque passeggero/temporaneo.
  • In secondo luogo, all’ombra della paura veglia la virtù della prudenza. La minaccia del Coronavirus-19 sprona ad assumere comportamenti responsabili e a scongiurare condotte imprudenti. Le restrizioni/limitazioni, l’appello ad evitare assembramenti, la sospensione di ritrovi per attività religiose, culturali e sportive mirano a tutelare il “bene comune”.
  • In terzo luogo, la paura favorisce la collaborazione: insieme si affrontano i problemi; insieme si lavora per arginare i pericoli, superare i propri interessi per mettere al centro la solidarietà, la prossimità agli anziani e alle persone sole, fragili, bisognose.
  • In quarto luogo, la paura può trasformarsi in creatività nell’uso del tempo libero, nel dare risposte innovative ai limiti imposti dall’emergenza, nel coltivare l’arte come antidoto alla noia, nell’uso positivo della tecnologia.
  • In quinto luogo, il Coronavirus-19 invita all’umiltà ricordandoci che non sono le grandi cose che cambiano la storia, ma quelle piccole che sfuggono alla presunzione della scienza o al nostro controllo, ma costringono ad un bagno di realismo esistenziale. Il Covid-19 ha fatto crollare i miti dell’autosufficienza e dell’invincibilità e ci ha resi più consapevoli della nostra vulnerabilità e impotenza.
  • Infine, il sesto luogo: il tempo del contagio ha portato alla luce un crescente bisogno di spiritualità, di mobilitare le proprie risorse interiori, come anche di pregare, di chiedere aiuto al Dio in cui si crede. Con frequenza, nei momenti critici, le persone si affidano alla preghiera e invocano il “loro” Dio, perché venga in soccorso delle debolezze umane.
L’umiltà alimenta anche la spiritualità, il proprio “mondo interiore” (“anima”)

La spiritualità – che fa riferimento del tutto umano al senso/significato del vivere, alle motivazioni per contrastare le difficoltà/avversità della vita – si manifesta anche nella benevolenza e nella carità, che si attivano attraverso forme di supporto verso chi è emarginato, debole, fragile, svantaggiato, malato. La spiritualità si esprime anche con il cordoglio mediante l’ascolto, la vicinanza, il conforto; così come con l’aiuto pratico.

In sintesi, la paura si mitiga accettandola con serenità, condividendola con semplicità e autenticità, valutandola con maturità e ridimensionandola attraverso lo sviluppo di strategie benefiche nel rapporto con Sé stessi e con gli altri.

Il percorso speranzoso consiste nel “non aver paura di aver coraggio”.

Per chiudere, una grande testimonianza del giudice Paolo Borsellino:

“È normale che esista la paura; l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti”.