La solitudine percepita è un fattore di stress che aumenta la mortalità (di 2-3 volte) e la tendenza a sviluppare malattie, in particolare quelle cardiovascolari. Favorisce inoltre la tendenza a togliersi la vita ed il decadimento mentale, dal momento che diminuisce la rigenerazione dei neuroni e le prestazioni cognitive.
Carl Rogers descrive due forme di solitudine: una è l’estraniamento da sé stessi, in cui l’individuo ha perso il contatto con le esperienze del proprio organismo. L’altra è la mancanza di una comunicazione profonda e significativa con gli altri. (C. Rogers, Un modo di essere, pag. 140).
La pandemia ha accentuato la percezione di solitudine a causa del lockdown, della necessità del distanziamento fisico, della didattica e del lavoro a distanza. Ancora più pesanti sono state le conseguenze sugli anziani delle residenze anziani, che non hanno potuto incontrare i propri famigliari per molto mesi.
Tutto questo ha avuto e avrà anche in futuro importanti risvolti sulla salute sia fisica che psicologica della popolazione.
– di Franco Perino